Netta la posizione di Rasizza, Presidente Assosomm: flessibilità, sblocco dei licenziamenti, Politiche Attive sono i 3 pilastri che devono sostituire le logiche dei divieti e quelle dei bonus a pioggia

 

Sul blocco dei licenziamenti stiamo procedendo soltanto per ideologia – afferma Rosario Rasizza, Presidente di Assosomm, l’Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro. In questo modo – prosegue – la politica sta dimostrando di non avere concretezza e visione e di perdersi in divieti e soluzioni palliative. Il mercato del lavoro è in evidente ripresa (le ultime prospettive economiche Ocse attestano una crescita del Pil in Italia al 4,5% per questo 2021 e una prospettiva 2022 che si attesta già da ora al 4,4%) e questa istanza, da accogliere con entusiasmo, viene gestita con rigidità e miopia. Parliamoci chiaro – invita Rasizza: se un’azienda è prossima al fallimento, avrà comunque modo di licenziare e insistere con questa linea proibizionistica non impedirà di risollevare le sorti di chi si trova costretto a chiudere, né, d’altro canto, chi ha bisogno di riorganizzare le proprie Risorse Umane. La decisionalità si basa su una filosofia dei bonus a pioggia, aiutando tutti: ma troppo poco. Eppure, la ricetta sarebbe semplice e gli ingredienti risalgono tutti al pre Decreto Dignità: occorre dare la possibilità di ricorrere al tempo determinato con rapidità e maggiore flessibilità, sganciandoci dalle logiche della causalità, per almeno 36 mesi (meglio un’assunzione a tempo determinato che una disoccupazione, o un lavoro in nero); il blocco dei licenziamenti e la relativa proroga è semplicemente, come spiegato, un controsenso: una maggiore dinamicità consentirebbe riorganizzazione e ricollocamento; continuiamo a dirlo, ma non a farlo: le Politiche Attive sono la via maestra. Si deve premiare chi crea occupazione, questa volta in modo serio.

Infine – conclude Rasizza – occorre svecchiare il modo in cui si guarda alla collaborazione tra sistema pubblico e sistema privato: l’Europa, in questo senso, ha ampiamente dimostrato (penso a Paesi come la Germania, ma anche la Francia, o il Belgio) quanto la sinergia tra Centri per l’Impiego e Agenzie per il Lavoro funzioni per entrambi, senza che tutto ciò sottragga centralità e responsabilità allo Stato. Del resto, le Agenzie per il Lavoro sono autorizzate proprio dallo Stato a operare con precise regole, da adattare ai tempi che cambiano e davanti alle reali condizioni di un mercato del lavoro per natura volubile.

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