“A fine 2020, i livelli occupazionali nel settore domestico in Italia (colf, assistenti di anziani e disabili e baby-sitter regolarmente assunte) ha superato il milione di addetti, con un incremento tra le 200 e le 300 mila unità, stando ai dati Assindatcolf. Nel 2019 erano 848 mila quelli censiti dall’INPS. A fronte di questo aumento, è urgente che il Governo equipari gli assistenti familiari agli operatori sanitari e ne consenta prioritariamente la vaccinazione, come già accade con medici e infermieri”.

Lo ha dichiarato Rosario Rasizza, Presidente di Assosomm, l’Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro e Amministratore delegato di Family Care, Agenzia per il Lavoro specializzata nell’assistenza familiare, domiciliare e ospedaliera.

“Il personale che assiste in casa anziani e persone non autosufficienti svolge un ruolo fondamentale nel nostro sistema socio-sanitario ed è quotidianamente a contatto con categorie fragili da più punti di vista, non ultimo quello della salute. È nostro dovere evitare che gli assistenti domiciliari siano vettore di contagio e allo stesso tempo preservarli dal rischio. Lo dobbiamo alle persone che in questi mesi hanno lavorato in mezzo a tante difficoltà e alle migliaia di famiglie che si aspettano il massimo dell’attenzione per i loro affetti più cari”.

“Ci uniamo all’appello delle associazioni del settore e dei sindacati di categoria” – conclude Rasizza – affinché il Governo non rimanga immobile di fronte a questa esigenza, resa ancora più urgente dai tassi demografici elevati che fanno dell’Italia uno dei Paesi europei con la popolazione più anziana. Recentemente il Vice Ministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha citato proprio le badanti tra le categorie maggiormente esposte al virus. Alla luce di ciò è ancora più forte il nostro auspicio per un provvedimento immediato che ne consenta la vaccinazione in forma prioritaria. L’equiparazione delle badanti al personale sanitario è il giusto riconoscimento a una categoria di lavoratori che merita rispetto e attenzione”.

 

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